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giovedì 22 agosto 2013

In diretta (o quasi) da 1.100 metri

Ed eccoci qui, in montagna a finire queste vacanze 2013.
Ad un paio di km dal punto in cui sto scrivendo, c'è il paese nel quale si trova il famoso bar dove tutto è iniziato.
Tutto... beh, tutta la mia carriera di videogiocatrice!

Il bar dai primi anni '80 ha visto morire i vecchi (e adorabili) gestori, ha visto anni di chiusura, ha visto nuove gestioni durate pochissimo... e pare che ultimamente abbia anche visto una nuova vita, con l'ennesima nuova gestione.
Io, personalmente, non riesco e non voglio più metterci piede.
Mia mamma ha fatto un grosso errore di programmazione quando mi ha messa al mondo: mi ha creata troppo sensibile e troppo incline ad affezionarmi al passato.
In quel bar ho passato anni spensierati, con amici e amiche che mi hanno accompagnata ogni anno durante le mie vacanze estive. Su quelle sedie di legno ho visto il mio primo amore non ricambiato (Roberto, lui adolescente... io bambina delle elementari). I vecchi gestori, che ormai non ci sono più da anni, mi hanno vista la prima volta che avevo pochi mesi e hanno seguito la mia crescita anno dopo anno, estate dopo estate.
Era casa.
Il jukebox dove mettevamo manciate di monetine da 200 lire per ascoltare mille volte le stesse canzoni, il telefono a gettoni per chiamare mamma a casa e le pagine bianche appoggiate sulla mensolina della cabina, l'omino che veniva a svuotare i videogiochi e poi lasciava dentro qualche moneta per farci fare un po' di partite gratis, il caffè che d'inverno veniva fatto con la caffettiera perchè di villeggianti non ce n'erano e non valeva la pena accendere la macchina del caffè espresso, i panini preparati da Battista con pane casereccio e due etti di prosciutto cotto a testa, i ghiaccioli alla menta da 50 lire, le tasche del grembiule di Rina piene di monetine da scambiare per farci giocare ai videogiochi o per mettere le canzoni.
"Rina mi cambi 1.000 lire in moneta?"
E lei a rovistare nelle montagne di monete che teneva in tasca, così da non dover interrompere la partita a carte per andare a prenderle nella cassa.
La folla della sera, incredibile in un paesino che d'inverno non aveva più di una ventina di abitanti fissi. Eppure in quel bar, d'estate, arrivavano ragazzi e ragazze da tutti i paesi dei dintorni.
Perchè era il bar di Fornelli, il bar di Battista e Rina, il ritrovo dove sapevi che avresti trovato solo facce conosciute, dove tutti si conoscevano, dove anche se scendevi da casa da sola sapevi che qualcuno con cui parlare sarebbe arrivato nel giro di un minuto, dove anche noi bambini potevamo rimanere da soli e sentirci grandi, perchè mamme e nonne erano tranquille anche senza tenerci d'occhio... tanto c'erano altre dozzine di occhi a controllarci.

Poi Rina ci ha lasciati e con lei tutto si è dissolto. Lei era l'anima del bar, e Battista da solo non ce l'ha fatta a mantenere quella magia.
Noi siamo cresciuti, per ritrovarci tutti insieme la sera ci siamo spostati al bar del paese più su, il paese dove mi trovo ora. Bar al quale sono comunque affezionata perchè il gestore è diventato un carissimo amico e perchè anche lì ho passato migliaia e migliaia di ore della mia adolescenza.
Ma del bar della mia infanzia non ho più voluto sapere niente.
Essendo sulla strada ci passo di fianco da anni in macchina, lo sguardo cade sempre su di lui... per anni le serrande sono state chiuse, ogni tanto sono state riaperte, anche di sera. Qualcuno mi ha anche detto che era di nuovo aperto, con una nuova gestione...
E giusto questa sera ho visto che le luci erano effettivamente accese e sul terrazzino c'era gente.

Ma io preferisco ricordarlo com'era.
Con i tavolini e le sedie scalcinate, il jukebox nell'angolino in fondo, i videogames allineati ad aspettarci...e Rina seduta con il suo bel grembiule.

Per svariati motivi ho dovuto lasciare la casa dove ho passato più di vent'anni di vacanze, piangendo ettolitri di lacrime mentre giravo in quelle stanze per l'ultima volta, salutando ogni asse sconnessa di quella baita prossima al crollo (parliamo di una baita del 1755 che non è MAI stata ristrutturata), fotografando ogni angolo per l'ultima volta, per portarla via con me in qualche modo.
Ora sono qui, un paese più su lungo la strada, cento metri in altezza e un paio di km di strada di distanza dal mio passato.
Sono qui e dovrei parlare di videogames, visto che l'idea di questo post era quella, considerando che l'argomento del blog è quello...
Ma come faccio a parlare di videogames in questo posto, senza automaticamente pensare che è proprio tra queste montagne che tutto è iniziato?
L'avevo detto nel primo post che sarebbe stato un blog randomico. Mica scherzavo!

Quassù internet non è un'utopia ma quasi.
Il massimo della rete che si prende è TIM in modalità EDGE, e nemmeno a segnale pieno e potente. Non esageriamo, vorremo mica navigare veloci tra alberi e rocce?!?
Sono armata di una chiavetta con, appunto, sim TIM sulla quale ogni anno attiviamo un mesetto di promo internet. Qualche GB giusto per non restare isolati dalla rete, che è quella che mi da il pane durante tutto l'anno lavorativo!

Giocare su Steam ovviamente non se ne parla. Ho provato ad avviare un gioco offline e mi ha risposto che Steam offline non funziona se non viene impostata quella modalita mentre si è online.
Ok, magari a saperlo prima cercavo l'impostazione e la attivavo. Ma ormai non importa, tanto le vacanze sono quasi finite, sopravviverò senza Steam, no? Già lo uso poco a casa... figuriamoci se qui mi è indispensabile!
La mia idea in realtà era quella di dedicarmi alla PS2 per occupare le serate montane. Ho giusto qualche gioco che mi sta aspettando sulla cara vecchia console.
Fahrenheit, gioco consigliatomi (come sempre) da utenti del mio forum che sanno quanto amo Quantic Dreams. "Hai amato Heavy Rain, non puoi non amare Fahrenheit" è il succo del discorso.
Fidiamoci.
Ho comprato Fahrenheit un mesetto fa su ebay, trovato ad un buon prezzo. L'idea era proprio quella di dedicare a lui i miei momenti videoludici estivi. Peccato che le cose non sono andate proprio come avevo immaginato.
Primo: Marito si dimentica che dovevamo portare su la televisione più piccola. Io, dovendo pensare a tutti gli altri bagagli, alla spesa e pure ai gatti, di sicuro non avevo testa di pensare anche alla tv.
Risultato, quassù ci ritroviamo ancora a dover usare la mia vecchia e piccola tv di quando vivevo sola: una di quelle robette a tubo catodico con lettore VHS direttamente incorporato.
Beh pazienza.
Quando vivevo sola la PS2 era proprio attaccata a questa tv, che cambia? Va bene ugualmente!
Già... peccato che la simpatica tv non ha assolutamente modo di mettere su AV per poter vedere la schermata della play. E il telecomando dov'è?
A casa, ovvio.
Tentiamo qualunque tipo di collegamento possibile ed immaginabile, con tentativo estremo di collegare la scart della play al decoder del digitale terrestre... zero. Senza telecomando non c'è verso di usare la play con questa tv.
Ma sì. Non importa! In fondo siamo in vacanza, non ho tutto questo bisogno di giocare ai videogiochi! (A questi mantra mentali autoinflitti non ci crede nessuno, nemmeno i miei gatti).
Poi mi viene in mente che, per casi estremi tipo giornate di pioggia o di nebbia in cui non si può uscire di casa, mi sono portata dietro The Sims per PC! Evviva!
Evviva un corno.
Quando ho aperto la custodia per reinstallare il gioco sul pc... l'ho trovata vuota.
Ma che cavolo.
Pare proprio che il destino abbia deciso che in montagna IO devo PER FORZA disintossicarmi dai videogames! Devo prendere il sole, fare passeggiate, respirare aria buona, leggere a BASTA!
E invece no.
Nel pc mi cade l'occhio sull'icona di "The Sims Medieval", installato forse un anno fa e usato tipo tre volte. Giochino carino, ma noioso dopo qualche ora di gioco e ben lungi dall'essere bello e vario come la serie The Sims vera e propria.
Ma vabè, in mancanza d'altro va bene anche questo!

E quindi l'unico gioco sul quale ho messo le mani dal 13 di agosto ad oggi è proprio The Sims Medieval. Spin off della serie principale, ovviamente ambientato nel medioevo e con un decimo delle opzioni e della vastità di The Sims.
Si controlla un personaggio alla volta, le costruzioni non sono modificabili ma solo arredabili, la vita non è libera ma si devono seguire delle missioni specifiche... insomma, non è che si siano sbattuti più di tanto nel creare questo gioco.
Sopratutto se si è giocato a The Sims 3, questo Medieval non può che essere considerato "carino" e basta. Ma almeno mi ha fatto passare un po' di ore quando fuori il tempo faceva schifo, qualche giorno fa!

Nei prossimi giorni si torna a casa, non abbiamo ancora deciso bene quando (dipende anche dal tempo: se inizia a fare schifo, scappiamo a gambe levate).
Giù Dante's Inferno mi sta aspettando tranquillo e sereno. Prima di venire qui, tra un preparativo e l'altro, sono riuscita a raccattare altri sei trofei nella seconda run di caccia al platino.
Quindi conto di passare ad un nuovo gioco i primi di settembre e, come sempre, vedremo se lascerò decidere al destino oppure se sceglierò io il prossimo gioco che mi farà compagnia!

Ora mi riconetto e pubblico questo sproloquio di post, sperando che la connessione non faccia i capricci!



2 commenti:

  1. Non so se te ne sei accorta, ma sono un grande nostalgico anche io.
    Sono dell'idea che, in questo mondo frenetico, la nostalgia e il valore del ricordare appartengono a pochi.
    C'è chi dice che "la nostalgia è insoddisfazione del presente". Io penso semplicemente che i ricordi fanno di noi quello che siamo oggi (senza finire in congetture foscoliane della memoria... che odio profondamente).

    (rif. forum)
    Ps.Sai che non ho ancora mai visto Amarcord per intero? Ogni volta che mi ci metto accade qualcosa che interrompe la visione. E' anche vero che per guardare Fellini bisogna essere predisposti psicologicamente. XD
    PPS. Le ore piccole e il poco sonno sono all'ordine del giorno in vacanza... (guarda che ore sono :P )

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    1. Io sono soddisfattissima del mio presente e sono affezionata al mio passato perchè è lui che mi ha portato qui, con tutto il mio bagaglio di esperienze e persone incontrate :)
      Credo che l'importante sia non rimpiangere il passato. Forse il rimpianto non è una cosa positiva... in quel caso sì che c'è una dose di insoddisfazione.

      Pure io non sono mai riuscita a vedere Amarcord completo. Prima ero troppo piccola, poi non sono più stata predisposta, come dici correttamente anche tu :P
      E non è nemmeno uno di quei film che danno spesso in tv, tra l'altro.

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