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martedì 14 gennaio 2014

La quiete dopo la tempesta

Post su Assassin's Creed IV numero 4.

Il primo era pre-acquisto.
Il secondo era in-game.
Il terzo era... furia post-fine gioco.
Il quarto sarà quello conclusivo! Forse.

Dunque.
Respiriamo a fondo.

Assassin's Creed è una serie meravigliosa ma, come tante altre serie, ha raggiunto un punto di perfezione talmente alto, che non è più possibile raggiungerlo, eguagliarlo e meno che mai superarlo.
Il punto di perfezione è ovviamente Assassin's Creed II.
Cosa è successo di così perfetto in ACII e cosa è successo negli anni successivi da impedire di arrivare di nuovo a quel livello?
Semplice. Ubisoft si è lasciata distrarre dalle innovazioni nei giochi e ha perso di vista la trama.

Con Assassin's Creed è stato regalato al mondo videoludico un mondo nuovo, che ha fatto appassionare milioni di giocatori. Basta andare a qualunque fiera dei fumetti o dei videogames per vedere frotte di ragazzi e ragazze vestiti da Assassini.
Perchè AC è più di un gioco. Ha un'anima che ha conquistato il cuore dei fans, i giocatori si sono lasciati conquistare dal Credo, dal motto "niente è reale, tutto è lecito", dal loro simbolo, dai loro costumi. E' un mondo affascinante, popolato di personaggi memorabili, profondi, appassionati, forti e anche divertenti.
O almeno, lo era.
Tutto questo si aveva con Altair e con Ezio, ma si è perso nei giochi successivi.
Nel primo AC e nella trilogia di Ezio, tutto era incentrato sulla trama. C'erano sì tante missioni secondarie, di capitolo in capitolo c'erano innovazioni e aggiunte, ma la trama restava la cosa principale.
Altair viene "degradato" e bisogna seguirlo nel suo percorso per risalire i gradini che lo riporteranno ad essere un grande Assassino.
Ezio lo vediamo nascere, lo vediamo innamorarsi, lo vediamo fare lo scemo da ragazzo, conosciamo la sua famiglia e i suoi amici.  Lo vediamo assistere alla morte della sua famiglia, lo vediamo diventare Assassino quasi per caso, lo vediamo indossare per la prima volta  il costume da Assassino. Lo seguiamo nella sua ascesa fino a diventare il Mentore e ancora nel suo incontro con Altair, uno dei punti più alti di tutta la serie.
I fans adorano Ezio, lo considerano quasi una persona reale, tanto che il giorno del suo compleanno in rete fioccano post con "requiescat in pace, Mentore".

Ma ovviamente non si poteva andare avanti in eterno con Ezio, purtroppo. E Ubisoft ha deciso che questo immenso successo della serie doveva essere sfruttato fino in fondo.
Ma non sono più riusciti a dedicarsi principalmente alla trama. Il gioco è un action e hanno iniziato ad aggiungere sempre più cose, concentrandosi di volta in volta più sulle innovazioni che sulla storia da raccontare.
Assassin's Creed III è un bel gioco, poteva avere una bellissima storia, ma hanno lasciato mille buchi.
Pezzi di storia non raccontati, cose date per scontate senza mai spiegarle, interi anni tagliati via, rapporti su cui potevano approfondire alla grande, buttati lì e liquidati in due parole. E a volte nemmeno quello.
ACIII ha più spessore e sentimento in alcune missioni secondarie, rispetto alla storia principale.
Il risultato è stato che Connor non è piaciuto a moltissimi fans e che ACIII è stato liquidato come il peggiore della serie (complice anche il fatto che, a quanto pare, molti giocatori hanno riscontrato tantissimi bug).
Di contro, l'introduzione delle battaglie navali invece è piaciuta a molti. Io mi sono chiesta allora, e me lo chiedo tutt'ora, che bisogno c'era di inserire una cosa del genere in un gioco come AC.

E torniamo di nuovo a Black Flag.
Ero prevenuta, poi leggevo in giro commenti entusiastici nei quali veniva definito come "il miglior AC dopo ACII"... e volevo crederci.
Da una parte non mi aspettavo niente se non la delusione, dall'altro la speranza di sbagliarmi era altissima e la fiducia che davvero avessero fatto un buon lavoro era alle stelle.

E invece anche questo Black Flag come trama, è ad anni luce da ACII e dalla storia di Ezio.
Il gioco ti lascia intravedere sin dall'inizio un potenziale enorme, continui a giocare missione dopo missione aspettandoti quell'impennata nella trama... quel colpo di scena... quell'emozione fortissima...
E finisce il gioco.
E tu rimani come un allocco a chiederti "Ma come? Finisce tutto così? E il colpo di scena? E la svolta clamorosa? E l'emozione che mi fa strappare le mutande?".
Non c'è.
Rassegnati che non c'è.
Però ci sono una grafica bellissima, un'ambientazione stupenda, un personaggio fantastico che ti fa affezionare e che non puoi non trovare simpatico e carismatico. Ci sono MILLE missioni navali, quindi se ti sono piaciute in ACIII, vai sul sicuro. Ci sono tantissimi collezionabili e missioni secondarie.
Insomma, c'è un gioco divertente e ben fatto, con un buon personaggio. Ci sono moltissime ore di gioco che ti aspettano, ore che filano lisce e veloci e nemmeno te ne accorgi.

Ma una trama emozionante e completa, no. Quella proprio non c'è.
Non c'è nemmeno un protagonista Assassino, se vogliamo essere pignoli. Visto che, a conti fatti, Edward NON lo vedremo mai unirsi ufficialmente agli Assassini.

Però, se vuoi dare un senso al quadro generale di ACIII e anche di questo bel Black Flag, puoi cercare i libri e leggerli. Perchè tutto quello che manca nella trama dei videogiochi, tutto quello che non viene narrato e che devi immaginarti da solo/a... è tutto lì. Nei libri.
Se vuoi sapere qualcosa di più sul figlio di Edward/padre di Connor, il carissimo Haytham... vai a comprarti un libro e leggilo.

Non che questa sia una cosa negativa. Io adoro leggere... è la mia seconda passione dopo i videogames.

Ma quando leggo un libro, non mi aspetto di dover completare la trama giocando un videogame.

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