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domenica 15 giugno 2014

Poche ore che lasciano un segno

Avevo messo "Gone Home" nella mia wishlist di videogames per PC mesi fa. Steam l'ha messo in offerta mercoledì e ne ho approfittato.
Vedendo l'immagine di copertina e qualche screenshot, parecchia gente si è ingannata, pensando di essere di fronte ad un videogame horror. Niente di più sbagliato.
Mi sono subito documentata e già dalle descrizioni non trovavo niente di horror in questo gioco, ma un po' il dubbio restava, anche perchè alcuni siti ancora lo catalogavano così.
Ma finalmente l'ho giocato, e finito. E l'unica cosa che posso dire è che forse gli sviluppatori l'hanno fatto apposta a lasciare questo dubbio, perchè invece ci si ritrova di fronte ad una storia molto intensa, ci si aspetta una cosa e invece è tutt'altro.

Tutto inizia quando la protagonista, che vediamo solo attraverso la foto del passaporto, torna a casa dopo un lungo viaggio all'estero. A casa dovrebbero esserci genitori e sorella minore ad attenderla, invece la grande casa è deserta. La prima cosa che Katie vede è un biglietto della sorella, con il quale la avvisa di essersene andata e di non voler essere ritrovata.
Il gioco è in prima persona e il gameplay si basa completamente sull'esplorazione della grande casa di famiglia.
Da quel momento si entra e, accompagnati solo dai rumori di un temporale e dalla musica di sottofondo, saremo liberi di esplorare tutta la casa, interagendo con moltissimi oggetti e leggendo una quantità enorme di documenti, lettere, cartoline, bigliettini, post-it... tutti pezzetti di storia dei membri della famiglia. Elementi da leggere per scoprire dove sono finiti tutti, ma sopratutto per scoprire la storia di Sam, la sorella minore di Katie.
La protagonista pensava di vivere in una famiglia perfetta, inviava a casa cartoline allegre e felici (cartoline che troveremo in casa), mentre a casa non era tutto tranquillo e lineare, come scopriremo
Ma in tutto questo non c'è assolutamente niente di sovrannaturale o di spaventoso.
E' semplimente una storia intensa di un'adolescente, alle prese con se stessa e con la reazione dei genitori al suo modo di essere. Il tutto contornato dalle storie personali dei genitori stessi.

Il giocatore può tranquillamente lasciar stare buona parte degli oggetti e cercare solo quelli dedicati a Sam, seguendo così solo la storia principale. Ogni volta che verrà esaminato un oggetto legato a Sam, la sua stessa voce narrante svelerà al giocatore nuovi particolari, fino ad arrivare alla conclusione.
Per non annoiare troppo il giocatore, sono state aggiunte aree della casa non immediatamente esplorabili, ma sbloccabili solo dopo aver esplorato e trovato le chiavi. Oltre ad alcuni passaggi segreti scoperti proprio da Sam e riportati su mappe disegnate a mano, lasciate in intercapedini nascoste nella casa.
Tutto questo aggiunge una vena un po' più ludica a quello che altrimenti sarebbe solo un ambiente interattivo da leggere e scoprire piano piano.

Concludendo, gioco consigliatissimo a chi vuole scoprire una bella storia nascosta in un punta e clicca e a chi vuole passare qualche ora (un paio) lontano da spratorie, mostri, frenetismo e trame complicate. In cambio avrà una storia toccante e il piacere di aver scoperto un videogame diverso.
Sconsigliato a chi non ha dimestichezza con l'inglese, perchè la versione PC è totalmente in questa lingua. In questo caso forse conviene attendere la versione console che sta per uscire, perchè magari verranno aggiunte altre lingue, almeno nei sottotitoli.
Sconsigliato anche a chi pensava di trovarsi di fronte ad un gioco horror!


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